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mercoledì 29 agosto 2012

Renato


Renato

Andavamo insieme in bici
a girare senza meta
il silenzio rotto solo
dal rumore delle catene.

Tagliavamo il silenzio
di quei posti bellissimi e remoti,
dalle distese di grano ai verdissimi prati,
che sembravano d'acqua quando
il vento scuoteva appena esili fili d'erba,
che mi parevano onde infinite,
onde di un mare delicato,
profumato di fiori.

Non ci servivano le parole,
i nostri occhi per fare domande,
i nostri sorrisi erano le risposte.

Poi il tempo che non perdona,
ci ha diviso, ha diviso le nostre strade,
L'ultimo mio bacio nel tuo viso,
e tu che mi sembravi stupito,
ed io che ancora non avevo capito.


Poi un urlo nella sera, come una spada
tagliò il tuo nome arrivato dall'etere infinito,
ed il mio petto si stringeva in una morsa atroce,
singhiozzi, lacrime, senza più fine.

Il mio ricordo? Quel bacio ,
e la polvere bianca che ci ha diviso.

gennaio 1999
Daniela Nuvolotta Frigo



Non posso lasciare questa poesia, senza alcun commento,
Per Renato e per quei ragazzi che si perdono.
Non giudicare, e ne fare di tutta
l'erba un fascio perchè ogni caso è un caso a se,
ma il mare delicato e profumato di fiori,
è in realtà Renato,un ragazzo sensibile
e profondamente ingenuo. Scrivere
questa poesia mi è costato molto dolore e spesso
quando la rileggo non posso non stare male e
piangere a distanza di un anno da quando è mi è
uscita da dentro, poi avevo rimosso tutto, leggendo
parlando e discuntedo è poi uscita da dentro
avevo sofferto moltissimo alla sua morte, per il colmo
di sfortuna non sono stata avvisata dagli amici, ma l'ho
sentito in una fredda giornata d'inverno alla televisione,
tra le notizie di Rai tre, quando ho sentito, il suo nome, e
parlavano di un ragazzo morto per overdose, morto
in mezzo ad una strada non ho potuto non urlare dal dolore
perchè alla gente che vende sogni che portano alla
morte, non gliene frega niente di ciò che vanno a calpestare,
E uccidono le anime più belle e ingenue, come quella di Renato

Daniela Nuvolotta Frigo

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