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mercoledì 17 febbraio 2010

Dei miei vent'anni





Non voglio
dei miei vent'anni
le fluenti chiome
e la pelle liscia senza segni

Vorrei soltanto
almeno l'ombra
di quel sogno
Che impetuoso
disegnava le mille strade
di un destino radioso

Trattengo



Trattengo l'urlo che
sovrasta il mio cuore
per paura che i suoi echi infiniti
affondino la mia anima
in un vortice di dolore

ma sogno ali immense
che mi facciano sfiorare
nuvole sconfinate di
incommensurabile tenerezza

Mani di pioggia



Mani di pioggia

Persa nel oasi
degli intensi brividi
Dolcissimi sogni
in questa
torrida estate.

Abbraccio di vento
innalza la spuma
del mare dei desideri
mentre mi cinge
scivolando come
una lenta goccia
un lungo tremito,
sulla schiena e sulla
bocca, mescolandosi
alle lacrime sincere
del sogno tradito
e disatteso di
un cuore ferito.

Donna oggetto



Non son cosa tua
urla ferito
il mio cuore di donna
lacerando il silenzio
quando mi sento
una cosa posata
da una balda
mano sbadata

ogni pagina bianca



Armata emozioni prepotenti
di pensieri fuggenti
Con una fine matita
graffio e incido
ogni pagina bianca
di ogni libro
e ogni mio effimero sogno
fermo e blocco su un romanzo
su un diario o su un quaderno


quella convinzione


Quella convinzione
fin troppo strafottente
d'essere intelligente
E lasciare che gli altri
ricamino pregiudizi e
paradigmi
Sulla camminata strana
sulla lingua che si inceppa
sulle dita attorcigliate
d'abilità sconosciute

i tuoi passi





i tuoi passi impressi
nelle mie valli nevose
Ruvido e pietroso ricordo

Tornerai a chinarti
per raccogliere
i fiori celati
tra lucciole e rugiada
nei miei verdi prati?


Oppure incurante
te ne andrai
ad imprimere le tue
impronte altrove?
Non mi è dato conoscere
neppure nei riflessi
dei tuoi sogni
Com'è impietoso questo
selvaggio destino
d'amore, di dolore e durezza
d'un impenetrabile mistero

Là dove verdeggia la neve



Là dove verdeggia la neve
sommersa di margherite e viole

Sospinta da un sogno lieve,
carica di sole e di fede.

L'ardore si spegne
come con un colpo di spugna
sul duro risveglio
del credo tradito
di un amore mai nato


Spaghetti


Spaghetti

Sparge i raggi
la mano.
Cade tra le bolle
un sole di grano

E legai i miei respiri



E legai i miei respiri
in un silenzio di cristallo.

Sospirando lo posai
tra le onde malinconiche
e scivolando sul ricordo
di quel nostalgico mare
caldo e dolcemente calmo.

Si perse tra immemori nuvole
di remote notti
fino a ieri quando si è infranto
tra gli scogli del rimpianto